venerdì 3 marzo 2017

Electric Citizen - Higher Time


Electric Citizen - Higher Time
(RidingEasy Records, 2016)

Mettete una testa di gatto (nero) in un pentolone, aggiungete occhi di rana, zampe di falena, coda di tritone e amalgamate bene. Per finire, un pizzico di peli di topo e una manciata di penne di gallina (nera anche questa, ovviamente). La ricetta è quella classica che - dai tempi dei pipistrelli ammazzati a morsi da Ozzy - si tramanda lungo la storia dell'hard rock esoterico, della New Wave of British Heavy Metal e del doom metal. Una ricetta che negli ultimi tempi è diventata piatto forte di tanti stregoni (elettrici) e che viene spesso preparata e servita dalle mani di streghe armate di microfono. Gli Electric Citizen non fanno eccezione. Ma ciò che rende particolarmente prelibata la loro pietanza, è il fatto che si tratti di una vera e propria pozione magica che funziona a meraviglia. Al di là del tradizionale odore di zolfo che ricopre i riff sabbathiani, ed al di là della voce di Laura Dolan (al tempo stesso aggressiva e anestetizzata da qualche pozione stordente), quello che colpisce è il fatto che le canzoni siano coinvolgenti per quanto esplicitamente di genere. Impossibile non farsi stregare dalle cavalcate di Social Phobia, dai molleggiati riff di Evil o dal crescendo della title track. Una chitarra, basso e batteria. Qualche accenno di tastiera. Nient'altro. Forse proprio per la loro essenzialità e semplicità, oltre che per l'indiscutibile gusto melodico, gli Electric Citizen riescono a suonare così intensi pur andando a ripercorre un solco che molti, prima di loro, hanno tracciato e reso profondo. Non ci si annoia mai delle vecchie ricette della nonna (strega).
[R.T.]
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Electric Citizen - Higher Time
(RidingEasy Records, 2016)

Put a (black) cat head into a cauldron, add frog eyes, moth legs, a tail of a newt and amalagamate the whole stuff. At the end a bit of mouse fue and a handful of (obviously black!) chicken feathers. From the times of Ozzy killing bats on stage biting their heads off, the recipe is the classic one that has been handed down through the history of esoteric hard rock, NWOBHM and doom metal. A recipe that has recently become highlight of many (electric) wizards and that is often prepared and served by the hands of witches armed with a microphone. The Electric Citizen are no exception. But what makes their dish particularly delicious, is the fact that it is a real magic potion that works wonderfully. Beyond the traditional smell of sulfur covering the sabbathian riffs and beyond the Laura Dolan voice (at the same time aggressive and anesthetized by some stunning potion), what is striking is the fact that the songs are engaging despite explicitly belonging to a specifical genre. Impossible not to be captivated by Social Phobia galloping riffs, by Evil elastic riffs or by the title track crescendo. A guitar, a bass and drums. Some keyboard hint. Nothing else. Perhaps precisely because of their essentiality and simplicity, as well as thanks to the undeniable melodic taste, Electric Citizen succeed in sounding so intense even retracing a track that many, before them, have traced and made deep. You can never get bored of the old (witch) grandmother's recipes.
[R.T.]

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